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CORSO FORMAZIONE - NOW
HOTEL S.DOMENICO - SOVERATO - 22-10-1996
LE PARI OPPORTUNITA’ DELLE DONNE
Intervento di Marisa Rotiroti
Comincio con le parole di una delle donne che fanno
pensiero in Italia e in Europa. Si tratta di Clara Jourdan che fa
delle considerazioni sulle Pari Opportunità e dice: ”Le P.O. Sono
opportunità grandi negate alle donne, perché pretendono di fissare
i traguardi femminili: gli stessi degli uomini, niente di più, né
di meglio” A parer mio Clara Jourdan sottolinea come, in effetti,
la legge sulle P.O. miri a un’omologazione, nei comportamenti, ai
modelli maschili, sulla cui base è tuttora strutturata la società
civile in ogni sua articolazione. Le norme infatti partono da ciò
che le donne non hanno, da ciò che le donne non sono e alludono a
un soggetto bisognoso di aiuto, di giustizia, e non a un soggetto di
forza, che non chiede giustizia ma chiede che si faccia giustamente,
non fa riferimento a un soggetto che ha la forza di dare senso alla
propria esperienza e che chiede di realizzare legittime aspirazioni,
ma chiede di realizzarle dopo essersi ascoltata, dopo aver
ascoltato, indagato il proprio desiderio, dopo aver analizzato la
propria esperienza personale che non è solo l’esperienza del
proprio vissuto personale, ma è un’esperienza ricca, ricca anche
dell’esperienza delle madri, delle nonne, delle suore nostre
insegnanti, delle insegnanti: i nostri punti di riferimento
femminili. E comunque, nonostante i limiti culturali cui ho fatto
riferimento, la legge sulle P.O. è pur sempre una legge amica,
perché rappresenta in ogni caso una svolta significativa sia sul
piano giuridico che sul piano delle politiche sociali.
Farò un brevissimo cenno storico sull‘ iter
legislativo. I primi riferimenti normativi che, a livello europeo
indirizzano le politiche comunitarie verso un ‘attenzione alle
donne risalgono al trattato di Roma (1957 - retribuzioni mansioni ).
Dal 1975 la condizione della donna a capo di una famiglia con
genitore unico ha trovato per la prima volta in Italia una
speciale considerazione attraverso misure economiche e fiscali. La
Convenzione ONU del 18 dicembre 1979 definisce la rimozione di tutte
le discriminazioni nei confronti delle donne. Una trasformazione
sociale era perciò avvenuta, la Convenzione prende atto e norma.
Nel 1966 io ho cominciato a lavorare nella scuola e mi
era consentito, ma qualche anno prima, essendo figlia di bancario mi
sarebbe piaciuto, a quel tempo, entrare in banca, ma alle donne era
preclusa la carriera di concetto. Era aperta solo la carriera
esecutiva...Però...già allora mia madre e mio padre desideravano
che io diventassi direttrice didattica, quindi pensavano per me a
una carriera dirigenziale. Le donne che vi accedevano erano
rarissime...(eral’unica possibile!..) E...pensate ancora alle
magistrate!...a loro l’accesso è stato concesso col D.M. del 5
aprile 1965 e nella magistratura militare le donne hanno avuto
accesso solo nel 1989. Una donna poteva studiare giurisprudenza, ma
non poteva diventare magistrata!..
Pensate a quante nostre aspirazioni non sono state
realizzate!
Voi giovani donne avete la norma, ma...insieme
utilizziamola per dar voce alle nostre peculiarità.
A partire dagli anni ’80, quindi, si è fatto molto
circa la rimozione di forme di discriminazione. Si fanno leggi di
tutela, ma non si prevedono ancora misure “promozionali.”. In
Italia viene istituita la Commissione Nazionale di Parità presso il
Ministero del Lavoro (legge 903: parificazione formale tra lavoratori
e lavoratrici) nel 1983 - Elena Marinucci. E’ una struttura
amministrativa (di controllo) presieduta dal ministro e composta da
rappresentanti: dei partiti politici, dei sindacati dei lavoratori e
dei datori di lavoro, delle associazioni femminili, del ministero del
lavoro e degli altri ministeri interessati, nonché da un ristretto
gruppo di esperti. La C. N. P. ha carattere consultivo.
Nel 1984 nasce un’altra commissione per la promozione
della parità presso la Presidenza del Consiglio, che si occupa dei
problemi generali della condizione femminile (istruzione - diritto di
famiglia, comunicazioni di massa..)
Nello stesso 1984 viene istituita la figura della
Consigliera di parità, anch’essa con funzioni consultive. I
compiti di questa figura sono molto generici!..
Nel 1986, dopo la Terza Conferenza Mondiale di Nairobi
(1985) in Italia sono state introdotte importanti normative per la
parità donna - uomo in tutti i settori: culturale, economico,
politico, sociale. (Tina Anselmi - Presidente)
Tra le tante degne di rilievo ve ne leggerò alcune:
1 - norme istitutive organismi parità......(164\91)
norme per la valorizzazione di Azioni Positive nel
lavoro dipendente e nell’imprenditoria femminile (125\91 - 215\92)
attuazione di strumenti comunitari di reinserimento e
formazione professionale della donna. NOW - IRIS
riequilibrio della rappresentanza femminile nel sistema
elettorale amministrativo e politico (142\92 - 81\93 - 277\93) si
riferisce alle quote che, pur non condivisibili, avevano assicurato
in Parlamento e nelle Amministrazioni una maggiore rappresentanza di
donne. Ora sono state abolite: le donne sono diminuite nella
rappresentanza (questo per me è il sintomo di un disagio delle
donne nelle Istituzioni); tutto sommato la norma aveva garantito una
maggiore partecipazione.
promozione della politica delle P.O. in tutti i
settori.
coordinamento e pianificazione degli orari dei servizi
pubblici...
accesso delle donne alla Magistratura Militare.
Uno spostamento in avanti si è fatto col Piano di
Strategie (da adottare!..) preparato dalla C.N.P. (Presidente Tina
Lagostena Bassi) in occasione della IV Conferenza Mondiale di Pechino
(1995).
Il Governo Italiano approva il Piano integralmente nel
dicembre 1994.
Un aspetto significativo di questo Piano è
l’affermazione che la “valorizzazione” (non si parla più di
tutela) delle risorse femminili riguarda l’intera società.
E’ questo un fatto molto importante!..
Che cosa significa valorizzazione? Valorizzazione
significa che occorre saper sviluppare le potenzialità occupative,
offerte dal progresso tecnologico con un investimento sociale
nell’istruzione di base e della formazione continua delle donne in
modo da creare professionalità capaci di operare nella composizione
del mercato del lavoro (a monte, quindi).
Queste professionalità saranno tali nella misura in cui
saranno espressione insieme di bisogni sociali e di desideri
liberamente coltivati nel corso della formazione.
Il Progetto NOW dà a voi ragazze questa opportunità.
Questo però, ancora non basta se noi donne adulte e voi ragazze non
diventiamo insieme soggetto di cambiamento per l’intera comunità
modificando i modi e i tempi dell’agire nel lavoro, che poi sono
tempi di vita, tempi di tutti donne e uomini.
A chiarimento di quanto detto trovo molto significative
le parole del Papa, Giovanni Paolo II nella lettera aperta inviata
alle donne (luglio 1995) in occasione della Conferenza di Pechino
dell’ottobre-novembre del 1995
“Una maggiore presenza della donna si rivelerà
preziosa, perché contribuirà a far esplodere le contraddizioni di
una società organizzata su puri criteri di efficienza e produttività
e costringerà a riformulare i sistemi a tutto vantaggio dei processi
di umanizzazione”.
Queste le parole del Papa...... Esattamente un anno
fa!..
In effetti la nostra civiltà sta andando verso un
impiego crescente di tecnologia e restare fuori dal processo
tecnologico scientifico può costituire un altro impedimento per
l’integrazione nel mondo del lavoro delle giovani generazioni.
Nella trasformazione in atto, pur aprendoci con mente moderna al
futuro, che vede l’emergere delle specializzazioni a tutti i costi,
dobbiamo recuperare le nostre antiche, secolari competenze e
utilizzarle come risorse. Come dice il Papa!. Che poi...sono risorse
di sopravvivenza per tutte e tutti, sono una nuova misura umana.
Chiarisco! Quali sono queste nostre competenze?
1-la capacità di porsi in ascolto;
2-la capacità d’intuire e comprendere situazioni
complesse (come ce ne sono tante anche in famiglia...)
3-la capacità di entrare in relazione con le altre, con
gli altri, con le cose (pensiamo al punto di vista delle donne
sull’ambiente e sul rapporto con l’ambiente...)
4- la capacità di praticare in definitiva
l’accoglienza!
Queste competenze noi le abbiamo sempre avute, ma finora
le abbiamo utilizzate solo nel privato: nella famiglia con il lavoro
di cura: aver cura delle persone significa porsi in ascolto dei
bisogni. Noi, nella nostra vita, abbiamo privilegiato la qualità del
lavoro e ci siamo gratificate con l’amicizia delle colleghe; non ci
siamo omologate, non ci siamo lacerate per entrare nella competizione
a tutti i costi per essere uguali. Non tutte certamente, ma
molte...In famiglia abbiamo avuto potere e gestito autorità e in
questo le donne calabresi siamo maestre, ma…non le abbiamo mai
messe in circolo nel mondo come un patrimonio comune cui attingere
per incidere sulla realtà che cambia e modificare, quindi,
l’organizzazione sociale.
Quando una donna entra in un’Istituzione e investe le
sue risorse - competenze porta una conoscenza e un sapere che non
tendono a dominare il mondo e a manipolare la natura, ma a
indirizzare la società verso la costruzione di spazi più umani, a
misura di donna e uomo, pensando a un modello sociale basato su un
nuovo equilibrio tra vita e lavoro per tutte e per tutti. Quindi,
tenendo conto sia delle considerazioni di Clara Jourdan che
dell’affermazione del Papa è necessario fare un passo avanti.
E’ questa l’opportunità che le Azioni Positive
della legge offrono a voi, giovani donne, per portare sul mercato non
solo la vostra forza lavoro, ma anche i vostri sentimenti, i vostri
affetti, le vostre aspirazioni.
La forza di mettere in gioco voi stesse con la vostra
interezza e il vostro essere donne, vi deriva dall’esperienza delle
donne venute prima di voi. Quell’esperienza la si possiede, la si
può dire.
Teresa d’Avila nel “Libro della sua vita” (cap.
XVIII) dice ”noi qui ci siamo impegnate a non dire nulla che non
abbiamo lungamente sperimentato!”
Quell’esperienza si conosce, si può dire e si può,
anzi si deve spendere per cambiare la realtà esistente e non
solo...si può cambiare il mondo.
In questa direzione va l’esperienza di quel gruppo di
donne che a Soverato abbiamo voluto e realizzato una BIBLIOTECA DELLE
DONNE per far conoscere quanto ha prodotto e recuperato oggi il
nostro pensiero, attraverso gli scritti di pensatrici antiche e
moderne, le quali, a partire dal loro rapporto con le altre, gli
altri e le cose ci hanno trasmesso i loro saperi.
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